Hamilton, insulti razzisti dopo il contatto con Verstappen

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Un Gran Premio di Gran Bretagna insolito quello di ieri, che ha visto salire sul gradino più alto del podio Lewis Hamilton dopo un contatto con Max Verstappen e un dominio Ferrari fino alla fine.

Il contatto con Max

Arrivato subito dopo lo spegnimento dei semafori è stato giudicato antisportivo dall’olandese della Red Bull che è finito contro il muro ed è stato costretto al ritiro. Il giovane è stato poi sottoposto a controlli medici in ospedale ed è da lì che ha lasciato un commento sui social definendo irrispettoso il festeggiamento del campione iridato.

Durante e dopo la gara sono arrivati degli insulti razzisti al pilota della Mercedes ed è stato lo stesso team che ha subito diramato un comunicato in sostegno del campione in carica: “Formula Uno, FIA e Mercedes condannano questo comportamento. Queste persone non hanno posto nel nostro sport e devono essere ritenute responsabili delle loro azioni”.

Lewis Hamilton vittima di insulti razzisti

Ed è proprio dai social che sono partiti gli insulti nei confronti del pilota Mercedes che ha più volte dichiarato che non sarebbe rimasto in silenzio ma che avrebbe continuato a lavorare duramente per per educare e sensibilizzare quante più persone possibili. Anche la Red Bull ha manifestato solidarietà nei confronti del 36 enne, poi McLaren e tanti altri team.

La vittoria a Silverstone:

Gli insulti razzisti sono arrivati dopo il contatto al primo giro con Max Verstappen, l’olandese è andato a finire contro le barriere alla Copse, un incidente violento e rischioso dal quale fortunatamente è uscito illeso.

Lewis Hamilton ha poi, ricevuto 10 secondi di penalità per la manovra rischiosa. Siamo al 50esimo giro dei 52 previsti e Lewis mette in cassaforte la vittoria dopo un sorpasso su Charles Leclerc., sorpasso avvenuto proprio lì, nel punto esatto dell’incidente di Max Verstappen.

Il sette volte iridato si mette a soli 8 punti di distanza dall’olandese che per il momento è leader del Mondiale, riaprendo così le porte all’ottavo titolo,

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